Il gioco è il mezzo col quale tutti i cuccioli, compresi quelli dell'uomo, si preparano alla vita. Ed è per questo che la gran parte dei giocattoli riproduce più o meno fedelmente determinati aspetti del mondo "dei grandi". Tra gli oltre 4.500 oggetti che compongono la collezione di MUSEOGIOCANDO, sono stati considerati "giocattoli" tutti quegli strumenti di gioco che lasciano più spazio alla fantasia e non raffigurano un particolare prototipo del mondo reale, ovvero, quando anche lo fanno con buona approssimazione, sono costruiti con materiali (latta, legno, ghisa) che non rientrano fra quelli oggi comunemente utilizzati per realizzare fedeli riproduzioni in scala (foto 1).
Per un criterio espositivo che ne faciliti la narrazione, i giocattoli sono stati raggruppati per "famiglie": LE BAMBOLE, I SOLDATINI, GLI ANIMALI, I BATTELLI, BIGLIARDINI & CO, CAVALLI E CARROZZE, IL MONDO DEL CIRCO, LO SPETTACOLO PRIMA DELLA TV, LE COSTRUZIONI, LE COSTRUZIONI MECCANICHE, COWBOY E INDIANI, GIOCHI DI GUERRA, GIOCHI DA TAVOLO, GLI OGGETTI VOLANTI, POMPIERI E DINTORNI. PULL TOY E TROTTOLE, I TRENI DI LATTA, I PRIMI GIOCATTOLI INDUSTRIALI, I GIOCATTOLI DEGLI ANNI DEL BOOM.
Pochi dei giocattoli della collezione di MUSEOGIOCANDO rientrano fra quelli che i collezionisti chiamano "Mint and boxed", ovvero intonsi e con la confezione originale. Quasi tutti gli oggetti esposti mostrano in realtà le tracce di un uso anche intenso, ed io li preferisco, perchè penso che un giocattolo che non abbia avuto il suo bambino non sia un vero giocattolo. Per la stessa ragione, ancor meno sono gli esemplari che per intrinseco pregio o per la loro rarità hanno oggi un troppo rilevante valore commerciale: perchè si tratta di oggetti che non possono essere più (o non sono mai stati) destinati al gioco.
Fra gli oltre 4.500 reperti di MUSEOGIOCANDO troverete di tutto: automobiline, trenini, bambole, soldatini, aerei, navi, giocattoli meccanici, arredi e cucine in miniatura (foto 2) e molto altro, ma niente di particolarmente prezioso; neppure uno, per esempio, dei rarissimi Dinky prodotti in Sud Africa e relativamente pochi prodotti di marchi italiani. Questo perchè nell'Italietta di prima del boom economico erano davvero scarse le famiglie che potevano permettersi di comprare giocattoli e pertanto quelli oggi rimasti hanno valutazioni vertiginose. Assai più accessibili, per il semplice fatto che ne sono stati fabbricati molti di più, risultano invece i vecchi balocchi francesi, inglesi, tedeschi (foto 3) e soprattutto americani, che oltre a tutto sono spesso anche più belli dei loro omologhi italiani e comunque sempre altrettanto evocativi. Nessun "fior di conio", quindi a MUSEOGIOCANDO, perchè non c'è anima in un Matchbox che non abbia mai sfrecciato su un pavimento rimbalzando contro un battiscopa di marmette (quelli di legno sono venuti dopo); non c'è vita in un Fleischmann che non si sia tuffato da un tavolo su un pavimento di mattonelle, senza (ancora) trovare un air-bag di moquette. So bene che gli intenditori storceranno il naso di fronte a questi miei criteri, ma il fatto è che io in verità non ho collezionato giocattoli: ho cercato di recuperare sogni.
Der Spielehüter