Perchè proprio a Piticchio


Sarebbe lecito chiedersi come mai MUSEOGIOCANDO sia sorto proprio a Piticchio. (foto 1)
In effetti, tutto nasce dal caso, o se volete, da una serie di coincidenze: nel 2009, mia moglie ed io, appena andati in pensione, decidemmo di comprare una bella casa in campagna nella quale poterci dedicare ai rispettivi hobby: lei al giardinaggio ed io ai miei amatissimi giocattoli d'epoca e modellini di treni e di automobili accumulati in una vita di ingordo collezionismo.
All'inizio io proposi località più o meno esotiche, tipo la Provenza, la Dalmazia o il Lago di Garda, ma lei fu irremovibile nello scegliere l'Italia centrale. Essendo io nativo di Firenze, cominciammo le ricerche dalla Toscana, ma i prezzi erano molto al di fuori della portata delle nostre tasche, per cui passammo tosto in Umbria e quindi nelle Marche, che all'epoca conoscevo assai poco, mentre mia moglie, originaria della provincia di Pesaro, ci sentiva aria di casa.
L'idea era di trovare un bel casale con un annesso agricolo, tipo stalla o fienile, in cui alloggiare convenientemente i miei trastulli. Necessitavamo di un'ampia metratura, perchè i giocattoli erano già davvero tanti e in più volevamo disporre di qualche camera per ospitare gli amici. Compulsammo internet, scoprendo una infinità di immobili in vendita (e dire che la crisi era appena incominciata!) ma presto imparammo a scartare le offerte di case "immerse nella natura incontaminata" perchè ciò comportava percorrere due o tre chilometri di strada sterrata per raggiungere il sito. Non desiderando emulare Robinson Crusoe, restringemmo la ricerca a obiettivi dai quali fosse possibile "andare a piedi a bere un caffè".
Nell'estate del 2010, assistiti da 12 diverse agenzie, prendemmo personalmente visione di 52 immobili, sparsi fra Tavullia e Monte Prandone, ovvero rispettivamente dal confine romagnolo a quello abruzzese, inclusi due antichi mulini, un ex consorzio agrario, un castello semidiroccato con un salone a volticelle gotiche, una cantina sociale con ancora centinaia di bottiglie di verdicchio, case patrizie con soffitti affrescati, un intero miniborgo abbandonato, ville, villette ed una quantità di casali rustici, finchè, dalle parti di Jesi, approdammo all'incantevole borgo-castello di Piticchio di Arcevia, accanto al quale sorgeva una bella casa padronale dei primi del Novecento, con annesso un grande fabbricato che una volta accoglieva una fabbrica di maglieria.
In totale, circa 1000 (mille) metri quadri: 300 di comoda abitazione e 700 di spazio per giocare, più altri 300 di terrazza panoramica (foto 2) poteva bastare! Decidemmo di acquistarlo, e per sapere se stava in piedi mi rivolsi ad un amico che stava restaurando la sua casa nei paraggi, chiedendogli di prestarci il suo architetto per fare una perizia preventiva.
L'esame diede esito positivo, ma il caso ha voluto che l'architetto, Luca Schiavoni, fosse specializzato in musei. In vita sua aveva lavorato sempre in questo campo, realizzando fra l'altro la Sala dei Manoscritti Islamici per la nuova Biblioteca di Alessandria d'Egitto, un'ala del Museo Nazionale Bavarese e nelle Marche a Macerata un bellissimo Museo delle Carrozze (foto 3), a Serra de' Conti il Museo del Silenzio e a Fabriano il Museo Diocesano.
Da questo fatale incontro, e visto lo spazio a disposizione, è nata l'idea di allestire un vero e proprio museo del giocattolo aperto al pubblico! Elementare, Watson!

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