Plastico A
Ciascuno dei plastici ferroviari esposti a MUSEOGIOCANDO riproduce una situazione riferita ad un determinato periodo storico, dagli albori del fermodellismo ai giorni nostri. Questo, indicato con la lettera A (foto 1), è il primo in ordine cronologico, giacché è ambientato in un arco temporale che dalla cosiddetta Bella Epoque va grosso modo fino agli anni Trenta del Novecento.
In questo periodo la maggior parte dei trenini esistenti, di legno o di latta, viene trascinata dai bambini con una cordicella direttamente sul pavimento. Da diversi decenni sono tuttavia disponibili anche i binari, sui quali bellissimi convogli fabbricati da marchi come Carette, Bing, Marklin, Issmayer, Ives o Lionel possono correre da soli, grazie ad un motorino a molla collocato nella locomotiva. I trenini elettrici (introdotti nel 1912) sono ancora molto costosi ed estremamente rari.
Si tratta in ogni caso di giocattoli molto grossi (foto 2), a scartamento I (45 mm), II (60 mm) oppure III (90 mm) e ovviamente non si può parlare di plastici veri e propri: generalmente i binari sono appoggiati sull'impiancito del salotto, anche perché non è facile reperire in casa un tavolo abbastanza grande per accogliere curve di almeno un metro e mezzo di diametro. Per rendere più interessante il gioco, sono comunque già in commercio riproduzioni di fabbricati di stazioni (in latta dipinta a mano, veri capolavori che oggi valgono svariate migliaia di euro) e accessori come segnali, lampioni, personaggi e autoveicoli.
Per realizzare questa ambientazione è stato sufficiente procurasi delle marmette come quelle usate nelle case di città a cavallo fra Ottocento e Novecento e posarci sopra dei giocattoli coevi, o quasi: i binari e gli scambi a scartamento 1 (Marklin) lo sono, come pure il garage (Bing), mentre il trenino ad orologeria (Bing) è di poco successivo alla prima guerra mondiale e l'auto da corsa è una fedele riproduzione di una Lehmann d'antan.
Quanto allo sfondo, è opera della pittrice Claudia Carnazzola, che si è ispirata a ritratti di Norman Rockwell e a pubblicità dell'epoca.
Der Spielehüter
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